Un ricorso per trenta minuti in più

Comunicato stampa — 28.01.2020

Al termine di una lunghissima procedura, dal 1° gennaio 2020 i negozi possono finalmente restare aperti mezz’ora più a lungo. Un’estensione minima che è già in vigore ma non è ancora certa, nonostante l’approvazione da parte delle autorità federali (SECO) nel dicembre 2019. Il ricorso ha infatti aperto una nuova fase di incertezza, e per fortuna non ha avuto effetto sospensivo sull'apertura prolungata. Il nostro Cantone non può irrigidirsi di fronte ad una minima estensione degli orari di apertura: lo sa benissimo lo stesso sindacato, che con furbizia ha rinunciato a lanciare un referendum per timore di esporsi a un fiasco clamoroso. 

Nell’interesse dei consumatori e dei lavoratori, come Giovani Liberali Radicali Ticinesi auspichiamo meno rigidità e meno «no» ideologici. Sempre più persone fanno acquisti su internet o all'estero. Orari di apertura più lunghi sono una fra le possibili risposte a questo nuovo contesto difficilissimo, in particolare per un Cantone turistico e di frontiera come il nostro. Questa estensione significa anche preservare posti di lavoro e crearne di nuovi, e l'accresciuta flessibilità è interessante anche per molti dipendenti. L’estensione, infine, non è imposta a nessuno: piccoli e grandi commercianti possono scegliere se tenere aperto più a lungo – non dimentichiamo mai che stiamo parlando di 30 minuti in più al giorno e 90 minuti in più al sabato, con alcune eccezionali aperture generalizzate fino alle 22.30.

Un'occhiata a quel che accade nel resto della Svizzera è utile per contestualizzare quello che sta accadendo. In alcuni Cantoni della Svizzera centrale i negozi sono aperti da anni da molto più tempo; ad Argovia, Svitto, Obvaldo e Nidvaldo non ci sono addirittura più leggi sugli orari di apertura e chiusura dei negozi. Mantenere regole rigide significa di fatto incitare la popolazione a fare shopping oltre confine oppure oltre Gottardo, incoraggiando il «turismo dello shopping» e l’inquinamento che ne deriva.

Come Giovani Liberali Radicali Ticinesi siamo favorevoli a una ben più coraggiosa liberalizzazione degli orari di apertura. Trenta minuti in più sono un compromesso ragionevole ma ancora una volta il sindacato non si dimostra disposto ad abbracciare il modello di successo svizzero.